Maybe tomorrow

Trent’anni fa, il mondo il 3 settembre 1991 si preparava alla Conferenza de L’Aja, presieduta da lord Carrigton, che non avrebbe portato la pace nella Jugoslavia già martoriata dalle armi e dai cannoni. Era caduto il Muro di Berlino e il mondo era entrato definitivamente nell’era turbolenta della globalizzazione.


Vent’anni fa, il mondo il 3 settembre 2001 si preparava all’Attentato delle Torri Gemelle, anche se ancora non lo sapeva. Sarebbe stata la prima grande crisi del nuovo Millennio, altro che “millennium bug”.


Dieci anni fa, il mondo il 3 settembre 2011 si apprestava a vedere l’inizio della presidenza di Mario Draghi (tra l’altro nato anche lui il 3 settembre) alla BCE. Di lì a meno di un anno, il «whatever it takes» sarebbe entrato nelle nostre vite come la crisi finanziaria dei mutui sub-prime, e la conseguente crisi dei debiti sovrani degli Stati, che mirava a contrastare.


Oggi, il mondo il 3 settembre 2021 si appresta a uscire – forse – da una pandemia globale originata nella virosfera, Mario Draghi è Presidente del Consiglio italiano, e sfido chiunque a dire quale delle due cose ce la aspettassimo davvero (nonostante, quindi, alcune epidemie recenti il cui studio ci ha consentito oggi di avere i vaccini).


Se avessi detto al me del passato che si sarebbe dotato di un “digital green certificate”; che si sarebbe sentito a casa a Cetinje, Montenegro; che si sarebbe laureato con una tesi sulla sorveglianza globale post-11 settembre e sarebbe entrato a far parte del prestigioso team del Professore cui aveva chiesto timidamente la tesi (e consigli di scrittura narrativa); che avrebbe sposato la causa di un’associazione di lavoratori e passato gli anni della giovinezza cantando “Maybe tomorrow” degli Stereophonics per superare i beccheggi dello Spread e attentati vari in giro per i concerti d’Europa… beh, chissà se ci avrebbe creduto.


Oggi sto ancora cercando la “my way home” di cui Kelly Jones cantava durante la mia università. Il percorso non è più chiaro, anzi è più complicato. Ho scoperto che molte cose sono possibili. Tra pochi mesi inizierò il dottorato a Bologna, molti fili continueranno a legarmi a Milano e altre “connessioni” mi legheranno a chissà dove. Non sento nessuno degli anni che la burocrazia dice che io abbia, ma ho capito che quando Noel Gallagher canta “Don’t look back in anger” dice la verità. E anche se non sembra, in questa foto sotto la mascherina sono felice.

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